LEGGI E NORMATIVE SUI VEICOLI AUTONOMI: OSTACOLO O INCORAGGIAMENTO?
Ricordiamo che l'incidente mortale verificatosi nel 2018 in Arizona, in cui era rimasta coinvolta un'autovettura Uber a guida autonoma, aveva a suo tempo notevolmente aumentato le richieste di una maggiore regolamentazione dei veicoli autonomi. Simili esigenze si erano già manifestate nel 2016, quando una Tesla Model S gestita in modalità pilota automatico si era schiantata contro un rimorchio di colore bianco, confondendo lo stesso con il cielo particolarmente luminoso. Nella circostanza, il conducente della Model S aveva perso la vita. Eppure si ritiene ancora che i veicoli autonomi siano più sicuri della controparte a guida umana. Ciò non toglie, tuttavia, che nel territorio UE, negli Stati Uniti e in altri Paesi vengano applicate specifiche normative in materia, di varia portata. Simili regolamenti mirano a trovare il giusto equilibrio tra la protezione del cittadino nei confronti di potenziali malfunzionamenti e il sostegno al dirompente e positivo sviluppo tecnologico. Tutto ciò dovrebbe tradursi in una maggiore mobilità per le parti interessate, sia private che pubbliche. In questo articolo vengono esaminate le diverse misure adottate, in primo luogo, nell'UE e negli Stati Uniti, provvedimenti che cercano di favorire la graduale transizione verso la guida autonoma, sia nella sfera commerciale che in quella privata.
Guida autonoma: 1, 2, 3 prova...
"Immaginate, sulle nostre strade, flotte di camion schierati in platooning con grandi scritte del tipo «L'Europa in movimento»", ha preannunciato Roberto Vavassori, presidente di CLEPA, l'Associazione europea dei fornitori automobilistici. "Sarebbe un segno concreto del fatto che la legislazione dell'UE è presente, per migliorare la qualità della vita delle persone", ha poi affermato.
In quanto tale, l'idea della guida autonoma è stata accolta a braccia aperte in tutta Europa. I leader delle varie nazioni hanno firmato un accordo, a Roma, che non solo consente test ed esperimenti transfrontalieri con veicoli a guida autonoma, ma stabilisce anche un punto di contatto e riferimento unico in ogni singolo Paese, per favorire la comunicazione e rapide procedure di omologazione.
Come è noto, i Paesi europei hanno consentito lo svolgimento di test pubblici e privati per i veicoli autonomi; tuttavia, nel vecchio continente determinate restrizioni sono state revocate a un ritmo più lento rispetto a quanto è avvenuto negli Stati Uniti. Questo potrebbe spiegare, almeno in parte, il fatto che negli ultimi anni si siano verificati alcuni incidenti mortali sul suolo statunitense. In ogni caso, varie aziende europee, come Daimler, stanno utilizzando le numerose strutture di testing presenti negli Stati Uniti, in quanto Stati come Nevada, Colorado, Ohio e Michigan hanno finanziato la creazione di siti appositamente dedicati ai test. Anche Paesi con una densità di popolazione considerevolmente più alta, come Singapore, stanno mettendo a disposizione moderne strutture di testing, per favorire una crescita rapida ed efficiente nel settore dei veicoli autonomi.
In risposta alle normative esistenti negli Stati Uniti, nel 2016 Google ha formato una coalizione con Ford, Volvo, Uber e Lyft, con l'obiettivo di esercitare determinate pressioni in relazione a leggi e regolamenti che favorissero i loro progetti sperimentali. In ogni caso, i governi statali e federali degli Stati Uniti stanno incoraggiando lo sviluppo tecnologico. David Friedman, ex amministratore dell'agenzia governativa statunitense NHTSA (National Highway Traffic Safety Administration), ha di fatto annunciato che una regolamentazione dalla mano pesante è proprio "l'ultima cosa" di cui gli sviluppatori di veicoli a guida autonoma devono preoccuparsi.
Sul fronte europeo, mentre ogni singolo Stato regolamenta tali questioni indipendentemente dall'UE, i leader hanno istituito, tra le altre iniziative, la roadmap Gear 2030, volta a stabilire un dialogo multilivello e un'eventuale standardizzazione delle normative.
Adeguamento delle normative, per accogliere sul mercato le autovetture a guida autonoma
Mentre lo sviluppo della regolamentazione statunitense sta seguendo un percorso piuttosto diretto, in Europa il necessario adeguamento degli aspetti legali in relazione all'avvento dei veicoli a guida autonoma richiederà ai legislatori di tornare alla Convenzione di Vienna del 1968 sul traffico stradale, stipulata sotto l'egida delle Nazioni Unite. Sebbene consenta agli Stati membri di stabilire norme nazionali specifiche, la convenzione crea numerosi ostacoli rispetto agli attuali standard della guida autonoma. Richiede, ad esempio, che i veicoli automatizzati non superino la velocità di 10 km/h. Tuttavia, per quel che riguarda la guida autonoma sono già intervenuti importanti sviluppi legali. La Germania, ad esempio, ha dato il via libera ai test, purché un'apposita scatola nera registri ogni passaggio di consegne al volante, e un conducente umano rimanga sempre a bordo, al posto di guida. Da parte sua, la California ha di recente eliminato quest'ultimo requisito, sostenendo che veicoli del genere si possono semplicemente gestire da remoto.
Inoltre, si dovranno adeguare le attuali direttive UE in base alle specifiche peculiarità dei veicoli a guida autonoma e ai complessi quesiti che gli stessi pongono in termini di responsabilità civile e relative patenti di guida. Ad esempio, la Direttiva UE 2009/103/CE richiede che per l'utilizzo di ogni veicolo circolante nell'Unione Europea sia prevista l'assicurazione della responsabilità civile e vengano stabilite soglie minime per la copertura dei danni alle persone e alle cose. Si pone così la questione se sia necessaria o meno una copertura assicurativa obbligatoria per i produttori dei veicoli autonomi, in merito alle loro responsabilità. Allianz ha tuttavia dichiarato che attualmente non vi è alcuna azione in corso riguardo alla legge sulla responsabilità civile, e che nell'imminente futuro l'essere umano sarà ancora ritenuto responsabile.
La Direttiva UE 2006/126/CE, inoltre, stabilisce i requisiti minimi per le patenti di guida. Questa direttiva dovrà essere adattata in base a una specifica necessità: i conducenti dovranno comprendere quali sono gli effettivi limiti dei veicoli automatizzati ed essere consapevoli delle situazioni in cui può essere necessario assumere di nuovo il controllo della vettura. Per quanto riguarda i camion a guida autonoma, potrebbe anche rendersi necessario aggiornare la Direttiva UE 2003/59/CE, che specifica il livello di formazione e le qualifiche iniziali richieste per gli autisti professionisti.
Probabilmente, l'incidente avvenuto nel 2018 in Arizona non rimarrà l'ultimo del suo genere. Pertanto, su entrambe le sponde dell'Atlantico i governi sono intenzionati ad andare avanti nell'azione legislativa intrapresa, in modo da rendere la vita dei cittadini più agevole e, in proporzione, ancor più sicura. Di sicuro è un cammino pieno di difficoltà, da percorrere con cautela, ma i legislatori sembrano comprendere bene i vantaggi che si possono trarre dall'affermazione dei veicoli autonomi.