CABOTAGGIO NELL'UE: I PRO, I CONTRO E LE PROPOSTE

2 marzo 2018
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Cabotaggio: spesso denominato "trasporto container", indica il trasporto di merci o passeggeri tra due luoghi all'interno dello stesso Paese da parte di un operatore registrato in un altro Paese. Inizialmente il termine si utilizzava per indicare le operazioni di trasporto effettuate lungo le rotte costiere. Oggi, all'interno dell'UE, definisce principalmente i metodi di trasporto container via terra, tramite camion e ferrovia.

Come è noto, il mercato unico dell'Unione Europea garantisce la libera circolazione di merci, servizi, capitali e persone. Inoltre, l'UE ha completamente liberalizzato il trasporto internazionale e le consegne su gomma. Solo il cabotaggio è ancora soggetto a determinate restrizioni, a causa delle significative differenze salariali che si riscontrano nell'UE e della conseguente variabilità dei costi in relazione ai servizi di trasporto tra i vari Stati. In altre parole, la legalizzazione del cabotaggio sul territorio UE ha sicuramente creato un certo numero di "vincitori economici", ma richiede ugualmente una regolamentazione volta a mitigare gli effetti negativi sui conducenti che provengono da Stati con livelli salariali relativamente più elevati.

I pro del cabotaggio: efficienza, ambiente, vantaggi per i consumatori e vera integrazione

I veicoli vuoti non sono solo opportunità sprecate per trasportatori e merci: sono anche inutilmente dannosi per l'ambiente. Con la legalizzazione del cabotaggio, gli operatori del settore dei trasporti sono in grado di ottimizzare i percorsi, in modo da avere il minor numero possibile di viaggi a vuoto. Dall'altro lato, le aziende che ricorrono ai servizi di trasporto hanno una scelta più ampia di potenziali fornitori. Inoltre, il minor costo del trasporto e una maggiore efficienza operativa si traducono in prezzi più bassi per i consumatori. Considerando tutti i vantaggi che derivano dall'utilizzo del cabotaggio, per trasportatori, clienti, consumatori e ambiente, si può ben comprendere la posizione relativamente permissiva dell'UE nei confronti di questa modalità di trasporto.

I contro del cabotaggio: concorrenza sbilanciata e outsourcing del trasporto

Il cabotaggio richiede determinate forme di regolamentazione, per supplire a varie problematiche. I contro sono evidenti: perché mai, ad esempio, incaricare un autista tedesco per un trasporto in Germania quando un autista polacco può effettuarlo a un costo minore?

La legalizzazione del cabotaggio spalanca le porte a una concorrenza di fatto sbilanciata tra autotrasportatori di Stati diversi. Le marcate differenze a livello di costi penalizzano sia le aziende di trasporto situate in Paesi con requisiti salariali minimi relativamente più elevati, sia gli autisti al servizio di questi operatori, visto che il conducente può essere facilmente sostituito da chi compie lo stesso tragitto a un prezzo inferiore. Di fatto, nonostante le numerose opportunità create dal processo di integrazione UE, le varie situazioni economiche presenti all'interno del mercato unico dell'Unione possono favorire l'insorgere di una serie di problemi: fuga di cervelli, scarsità di manodopera a bassa qualifica, fenomeni migratori isolati, ecc. Il cabotaggio, da parte sua, danneggia uno specifico gruppo di lavoratori all'interno di un particolare settore, la maggior parte dei quali vive in Paesi che presentano un costo della vita relativamente elevato.

La CE si è espressa: più cabotaggio, meno regolamentazione

Sicuramente la Commissione Europea ha ben considerato i potenziali svantaggi derivanti dal consentire la diffusione del cabotaggio in tutta l'UE. Di conseguenza, è stata messa in atto tutta una serie di restrizioni per evitare che intere filiere del mercato dei trasporti fossero sostituite dagli operatori dei Paesi limitrofi. Attualmente, la legge UE sul cabotaggio prevede le normative qui di seguito descritte.

Il cabotaggio all'interno di uno Stato deve essere preceduto da un'operazione di trasporto internazionale: è vietato inviare un camion vuoto per effettuare il cabotaggio.

Il principio del 3-7 intende limitare il numero delle operazioni di cabotaggio effettuate entro un certo periodo di tempo. Pertanto, dopo aver effettuato lo scarico della merce in un Paese estero nell'ambito di un trasporto internazionale, risulta possibile effettuare un massimo di 3 operazioni di cabotaggio entro un periodo di 7 giorni.

Nel maggio 2017, tuttavia, la Commissione Europea ha proposto alcune modifiche in relazione ai requisiti richiesti per la pratica del cabotaggio all'interno dell'UE, cercando di allentare ulteriormente le misure esistenti. Esaminiamo le modifiche in questione: in primo luogo il principio del 3-7 verrebbe sostituito da operazioni di cabotaggio illimitate, da svolgere entro 5 giorni dallo scarico merci di un trasporto internazionale. In questo modo sarà più facile inquadrare nell'ambito legislativo UE le operazioni di cabotaggio che coinvolgono più punti di carico e/o di consegna.

Inoltre, le modifiche permetterebbero anche operazioni di cabotaggio con "veicoli commerciali leggeri", estendendo così il numero delle imprese in grado di svolgere nel quadro legale vigente l'attività del trasporto su strada. Da parte loro, gli Stati membri dovranno eseguire un numero minimo di controlli (sul 2-3% delle operazioni di cabotaggio), per verificare l'effettiva conformità alle normative in vigore.

Le modifiche applicate, grazie alla riduzione dei costi esecutivi, alla maggiore flessibilità e a un minor numero di viaggi a vuoto, potranno generare risparmi, per le imprese UE, tra 2,7 e 5,2 miliardi di euro nel periodo 2020-2035. Al tempo stesso, secondo le stime del Parlamento europeo, si ridurrà del 62% il numero di violazioni delle normative sul cabotaggio.

Pertanto, è probabile che imprese, consumatori, conducenti e ambiente continuino a beneficiare ampiamente del cabotaggio, nonostante le tariffe più elevate. Per contro, si prevede l'effetto inverso per i servizi di trasporto e i conducenti che provengono da Stati con sistemi burocratici più complessi e leggi che prevedono un salario minimo più elevato.

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