Veicoli autonomi e impatto sull’ambiente

20 gennaio 2020
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Abbiamo parlato dell’impatto dei camion autonomi sulle aziende di logistica e sui camionisti, sulla sicurezza pubblica e sulle normative. Questo articolo approfondisce le modalità in cui auto e camion autonomi potrebbero contribuire al miglioramento o, come sostengono i più scettici, all’ulteriore degrado dell’ambiente. Se pensiamo che il solo settore dei trasporti statunitense è responsabile del 27% delle emissioni di gas nocivi nell’atmosfera e del 5,75% delle emissioni globali, è chiaro che qualsiasi misura in grado di assicurare una maggiore efficienza nei consumi di carburante è la benvenuta. Uno studio giungeva alla conclusione che i veicoli autonomi potrebbero ridurre i consumi di carburante fino al 90%, ma anche aumentarli del 200%. E così, mentre la guida autonoma privata e commerciale punta a ridurre le emissioni, i più scettici temono che la maggiore comodità dei veicoli senza pilota potrebbe determinare un ulteriore aumento delle emissioni.

Auto autonome: un ventaglio di nuove opportunità

Se è vero che i camion sono più vicini agli interessi dei clienti Teleroute, è altrettanto vero che il 96% delle auto sulle nostre strade appartengono a privati cittadini: vediamo quindi cosa potrebbe accadere all’ambiente con la diffusione delle auto autonome private. Le nostre auto passano il 95% del loro tempo parcheggiate. Ridurre la necessità di acquistare auto private promuovendo nuovi “taxi robot” che si guidano da soli potrebbe essere interessante per i privati cittadini che mantengono economicamente e assicurano le automobili. In altre parole, le auto autonome potrebbero ridurre il numero di automobili di proprietà in due modi: a) soddisfacendo le necessità dell’intero nucleo famigliare con un solo mezzo che potrebbe trasportare lavoratori e studenti, ognuno con orari diversi, e b) diventando di fatto un mezzo di trasporto pubblico, in grado di portare ogni passeggero alla destinazione desiderata. L’idea è che un’unica auto potrebbe prelevare e lasciare persone diverse in più punti sfruttando i percorsi a maggiore risparmio energetico, eliminando così la necessità di acquistare auto private.

Inoltre, l’idea che queste auto possano trovare i posteggi liberi sfruttando il GPS o altri sistemi di comunicazione risparmierebbe ai guidatori quei 10-20 minuti extra passati a girare di strada in strada alla ricerca del parcheggio. Infine, in un mondo pieno di auto autonome in costante comunicazione tra di loro, non saranno più necessari semafori: si ridurranno così frenate e accelerazioni e le auto potranno mentenere velocità sempre costanti, con minori consumi. Il concetto di auto autonome private e di taxi pubblici è legato all’idea di un mondo con meno auto e, di conseguenza, meno inquinamento e meno traffico.

Un recente studio dell'Istituto per la Salute Globale di Barcellona (ISGlobal) ha rivelato che l’uso di veicoli completamente autonomi potrebbe ridurre in modo significativo il numero di incidenti stradali. Con il 90% di veicoli autonomi negli Stati Uniti, si stima che ogni anno si potrebbero salvare circa 25.000 vite umane, con un risparmio economico annuo stimato di oltre 200 miliardi di dollari.

Veicoli autonomi e ambiente: la peggiore delle ipotesi

Se da una parte la diffusione delle auto autonome dovrebbe ridurre i consumi di carburante e di conseguenza l’inquinamento, dall’altra resta il timore che l’utilizzo diffuso di questa tecnologia potrebbe ritorcersi contro l’ambiente. Ad esempio, vista la maggiore “semplicità” della guida autonoma, le persone potrebbero essere spinte dalla comodità a utilizzare le auto molto di più, aumentando la frequenza dei viaggi pro capite. Inoltre, dal momento che la guida automatica ci permetterebbe di essere più produttivi durante gli spostamenti e che i prezzi delle case sono più bassi nelle aree periferiche rispetto al centro città, i veicoli autonomi potrebbero incentivarci ad affrontare viaggi più lunghi per raggiungere il lavoro, dal momento che il tempo passato in auto non sarebbe più “sprecato”. E ancora, le auto senza pilota, statisticamente più sicure, potrebbero finire per tenere velocità più elevate (con maggiori emissioni), e permettere a più individui, anche bambini e anziani, di spostarsi autonomamente, aumentando di conseguenza il numero di persone sulla strada in qualsiasi fascia oraria.

I veicoli autonomi sono più ecologici? La migliore delle ipotesi

Oggi i camion sono responsabili di circa il 25% delle emissioni di gas serra legate al settore dei trasporti degli Stati Uniti. Abbattere il consumo di carburante degli autocarri potrebbe avere un impatto significativo sulla riduzione dell’inquinamento. Per prima cosa, la guida autonoma permetterebbe ai camion di ridurre le emissioni scegliendo sempre la velocità e la modalità di guida più efficiente dal punto di vista energetico. I camionisti “più bravi” sono già oggi più efficienti dal punto di vista energetico del 30% rispetto ai “meno bravi”. Utilizzare il cruise control e passare alla guida elettrica al momento giusto, frenare e accelerare solo quando necessario sono tutte operazioni che potranno essere implementate automaticamente nei camion autonomi, per consentire a ogni autocarro di massimizzare il risparmio energetico.

Inoltre, come abbiamo già accennato parlando della sicurezza dei veicoli autonomi, il platooning (un convoglio di mezzi che viaggiano in colonna, come un treno) è un metodo efficace non solo per ridurre il numero di incidenti, ma anche per diminuire l’impatto delle correnti d’aria e risparmiare fino al 4,5% dei costi del carburante per i camion in testa al convoglio e fino al 10% per quelli al seguito. Grazie ai sistemi di guida automatica i camion saranno sempre più sicuri e potranno gradualmente liberarsi delle loro corazze protettive, ingombranti e pesanti, diventando così più efficienti che mai. Tenendo conto dei vari scenari, negativi e positivi, riteniamo convenga dare una possibilità alle opportunità che la guida autonoma pone per il nostro ambiente. Questa tecnologia potrebbe potenzialmente ridefinire il nostro concetto di mobilità e di spazio e incoraggiare costanti innovazioni. Nel caso del car sharing, potrebbe ad esempio creare intere comunità di pendolari intenzionate ad andare dal punto A al punto B nella maniera più efficiente possibile.